View Single Post
Old 05-07-2020, 09:48 PM   #724
Mortacci
Junior Member
Mortacci began at the beginning.
 
Mortacci's Avatar
 
Posts: 5
Karma: 10
Join Date: May 2020
Device: Tolino Vision 3HD
Quote:
Originally Posted by davidfor View Post
@Mortacci: It wouldn't surprise me that a new-line in an annotation would cause problems. I'm not sure whether that would cause the ordering problems. Can you post or PM the annotations file? And the incorrect imported annotations from it. I can probably reproduce the problem here, but, it helps to see real examples in case I miss something.
I've studied the original notes file a bit, and i have to say it's a real mess. This device really sucks.
I took out a little piece of the annotations file for you, because the original is huge, there are a lot of annotations. It's in italian, too. I hope it can be somewhat useful for you.

Here's the original file, directly from Tolino (i don't know why, this site automatically adds asterisks in it) (the bold annotation is the one missing in the imported ones, because it has the new line):
Spoiler:
-----------------------------------

Platone E L'Europa (Patočka, Jan)
Evidenziazione*a pagina*186: "è poi possibile*dire che questo soggetto o questo io, questo essere puro del mio io,*costituisce nel suo compimento gli oggetti? Si può dire che la soggettività intesa in questo modo è il fenomeno profondo?"
Aggiunto il*07.05.2020 | 18:25

-----------------------------------

Platone E L'Europa (Patočka, Jan)
Evidenziazione*a pagina*186: "Qui interviene Heidegger e domanda: cos’è in realtà l’esperienza continuativa di questo oggetto? Non è altro che un’interpretazione,*un’esplicitazione di ciò che si dà. E cos’è un’esplicitazione?*Un’esplicitazione è una maniera di comprensione. Cosa devo comprendere quando ho davanti a me l’ente? Questo ente, devo comprendere quello che significa essere"
Aggiunto il*07.05.2020 | 18:36

-----------------------------------

Platone E L'Europa (Patočka, Jan)
Evidenziazione*a pagina*186-187: "Si tratta ora di toccare con mano questa comprensione dell’essere, che ci deve guidare e che sola rende il fenomeno*fenomeno, che sola fa sì che ciò che si mostra a me sia effettivamente tovaglia, tavola, stanza, eccetera. Sta qui il passaggio dal fenomeno patente al fenomeno latente."
Aggiunto il*07.05.2020 | 18:36

-----------------------------------

Platone E L'Europa (Patočka, Jan)
Evidenziazione*a pagina*187: "il problema della manifestazione è più profondo, più fondamentale, più originario del*problema dell’essere. Semplicemente perché non posso arrivare al*problema dell’essere se non attraverso il problema della manifestazione"
Aggiunto il*07.05.2020 | 18:37

-----------------------------------

Platone E L'Europa (Patočka, Jan)
Evidenziazione*a pagina*188: "*Heidegger ha notato, molto giusta"
Aggiunto il*07.05.2020 | 18:43

-----------------------------------

Platone E L'Europa (Patočka, Jan)
Evidenziazione*a pagina*188: "mente e profondamente, che il*tempo è qualcosa che è da sempre ritenuto l’orizzonte all’interno del*quale l’ente si determina, si rivela e si definisce, pur non essendo*stato tematizzato, ma solo per una sorta di necessità istintiva. Ma l’orizzonte è altro dalla cosa stessa che si rivela all’orizzonte. L’essere*non si può mostrare a noi senza il tempo, ma l’essere non è il tempo,*e il tempo non è l’essere."
Aggiunto il*07.05.2020 | 18:43

-----------------------------------

Platone E L'Europa (Patočka, Jan)
Evidenziazione*a pagina*188: "L’ente reale è un essere nel tempo. Per l’ente ideale*(per esempio una struttura logica) il tempo è privo di"
Aggiunto il*07.05.2020 | 18:44

-----------------------------------

Platone E L'Europa (Patočka, Jan)
Evidenziazione*a pagina*188: " senso.*"
Aggiunto il*07.05.2020 | 18:44

-----------------------------------

Platone E L'Europa (Patočka, Jan)
Evidenziazione*a pagina*188: "Che cos’è il Dasein? La parola stessa lo dice: Sein das da ist, l’essere che è qui, in forma concreta determinata. E' un essere situato. Che cos’è l’«essere situato»?"
Aggiunto il*07.05.2020 | 19:02

-----------------------------------

Platone E L'Europa (Patočka, Jan)
Evidenziazione*a pagina*188: " il cogito cartesiano garantisce solo l’essere puro, e non, come pensa Husserl, tutta la diversità del flusso della*coscienza che si coglie in modo riflesso"
Aggiunto il*07.05.2020 | 19:02

-----------------------------------

Platone E L'Europa (Patočka, Jan)
Evidenziazione*a pagina*188-189: "comprende l’essere nel senso che è in grado di comprendere il fatto che le cose siano. Questo si*manifesta nel fatto che le cose si mostrano a lui: le cose non si manifestano a nessun altro essere"
Aggiunto il*07.05.2020 | 19:04

-----------------------------------

Platone E L'Europa (Patočka, Jan)
Evidenziazione*a pagina*188: "cosa caratterizza l’essere del Dasein? Il fatto che, a differenza di tutto il resto*dell’ente, il Dasein comprende il suo essere.

Cosa vuol dire questo? Il Dasein"
Aggiunto il*07.05.2020 | 19:05


-----------------------------------

Platone E L'Europa (Patočka, Jan)
Evidenziazione*a pagina*189: " il Dasein è diverso dalle cose. In che modo? In*modo tale che il fatto che lui stesso e le cose siano non gli è indifferente - questo lo riguarda. Né le cose né la sua propria esistenza*sono per lui un semplice fatto. Questo non vuol dire che il Dasein*prima sia e poi constati che ci sono cose. Questo equivarrebbe ad*interpretare l’essere del Dasein secondo il modo d’essere delle cose*che non possono essere toccate dal fatto che sono, che sono indifferenti"
Aggiunto il*07.05.2020 | 19:06

-----------------------------------

Platone E L'Europa (Patočka, Jan)
Evidenziazione*a pagina*189: " Il Dasein, al*contrario, è caratterizzato, nel suo ente, dal fatto che si rapporta al*suo essere e all’essere di tutte le altre cose, mediante il suo essere*comprensivo. Questo significa che noi realizziamo il nostro essere,*che portiamo il nostro essere, che esso per noi non è dato passivamente, come lo è l’essere delle cose. Noi rapportiamo le cose all’essere. Le cose stesse sono indifferenti. L’uomo, il Dasein, mai."
Aggiunto il*07.05.2020 | 19:07

-----------------------------------



Here's the imported annotations (if you see notes here that are not in the original, it's due to the wrong order: they come from a part above the one i took out from the original):
Spoiler:


Page: 186

è poi possibile dire che questo soggetto o questo io, questo essere puro del mio io, costituisce nel suo compimento gli oggetti? Si può dire che la soggettività intesa in questo modo è il fenomeno profondo?


Page: 186

Qui interviene Heidegger e domanda: cos’è in realtà l’esperienza continuativa di questo oggetto? Non è altro che un’interpretazione, un’esplicitazione di ciò che si dà. E cos’è un’esplicitazione? Un’esplicitazione è una maniera di comprensione. Cosa devo comprendere quando ho davanti a me l’ente? Questo ente, devo comprendere quello che significa essere


Page: 186

ale sguardo rivolto all’interno, che coglie nella sua originarietà qualcosa che già c’era. Esiste questo coglimento di se stesso nella sua originarietà con uno sguardo rivolto verso l’interno? Il fenomeno della fenomenologia è realmente una semplice conversione dello sguardo dall’esterno verso l’interno? Tutto questo, in particolare questo coglimento originario, è solo una metafora. Husserl si richiama qui a Descartes, al cogito sum di Descartes, alla certezza di sé della coscienza. Tuttavia, la certezza di sé della coscienza riguarda solo il sum·, il resto non è implicato, oltre questo coglimento originario di sé


Page: 186-187

Si tratta ora di toccare con mano questa comprensione dell’essere, che ci deve guidare e che sola rende il fenomeno fenomeno, che sola fa sì che ciò che si mostra a me sia effettivamente tovaglia, tavola, stanza, eccetera. Sta qui il passaggio dal fenomeno patente al fenomeno latente.


Page: 186

La critica consisterebbe allora nel domandare se disponiamo effettivamente di ta


Page: 187

il problema della manifestazione è più profondo, più fondamentale, più originario del problema dell’essere. Semplicemente perché non posso arrivare al problema dell’essere se non attraverso il problema della manifestazione


Page: 188

L’ente reale è un essere nel tempo. Per l’ente ideale (per esempio una struttura logica) il tempo è privo di


Page: 188

senso.


Page: 188

mente e profondamente, che il tempo è qualcosa che è da sempre ritenuto l’orizzonte all’interno del quale l’ente si determina, si rivela e si definisce, pur non essendo stato tematizzato, ma solo per una sorta di necessità istintiva. Ma l’orizzonte è altro dalla cosa stessa che si rivela all’orizzonte. L’essere non si può mostrare a noi senza il tempo, ma l’essere non è il tempo, e il tempo non è l’essere.


Page: 188

Heidegger ha notato, molto giusta


Page: 188



Page: 188

il cogito cartesiano garantisce solo l’essere puro, e non, come pensa Husserl, tutta la diversità del flusso della coscienza che si coglie in modo riflesso


Page: 188

Che cos’è il Dasein? La parola stessa lo dice: Sein das da ist, l’essere che è qui, in forma concreta determinata. E' un essere situato. Che cos’è l’«essere situato»?


Page: 188-189

comprende l’essere nel senso che è in grado di comprendere il fatto che le cose siano. Questo si manifesta nel fatto che le cose si mostrano a lui: le cose non si manifestano a nessun altro essere


Page: 189

il Dasein è diverso dalle cose. In che modo? In modo tale che il fatto che lui stesso e le cose siano non gli è indifferente - questo lo riguarda. Né le cose né la sua propria esistenza sono per lui un semplice fatto. Questo non vuol dire che il Dasein prima sia e poi constati che ci sono cose. Questo equivarrebbe ad interpretare l’essere del Dasein secondo il modo d’essere delle cose che non possono essere toccate dal fatto che sono, che sono indifferenti


Page: 189

Il Dasein, al contrario, è caratterizzato, nel suo ente, dal fatto che si rapporta al suo essere e all’essere di tutte le altre cose, mediante il suo essere comprensivo. Questo significa che noi realizziamo il nostro essere, che portiamo il nostro essere, che esso per noi non è dato passivamente, come lo è l’essere delle cose. Noi rapportiamo le cose all’essere. Le cose stesse sono indifferenti. L’uomo, il Dasein, mai.


And the html of the imported annotations, too:
Spoiler:
Code:
<hr width="80%">
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 186</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p>è poi possibile dire che questo soggetto o questo io, questo essere puro del mio io, costituisce nel suo compimento gli oggetti? Si può dire che la soggettività intesa in questo modo è il fenomeno profondo?</p>
<hr width="80%">
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 186</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p>Qui interviene Heidegger e domanda: cos’è in realtà l’esperienza continuativa di questo oggetto? Non è altro che un’interpretazione, un’esplicitazione di ciò che si dà. E cos’è un’esplicitazione? Un’esplicitazione è una maniera di comprensione. Cosa devo comprendere quando ho davanti a me l’ente? Questo ente, devo comprendere quello che significa essere</p>
<hr width="80%">
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 186</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p>ale sguardo rivolto all’interno, che coglie nella sua originarietà qualcosa che già c’era. Esiste questo coglimento di se stesso nella sua originarietà con uno sguardo rivolto verso l’interno? Il fenomeno della fenomenologia è realmente una semplice conversione dello sguardo dall’esterno verso l’interno? Tutto questo, in particolare questo coglimento originario, è solo una metafora. Husserl si richiama qui a Descartes, al cogito sum di Descartes, alla certezza di sé della coscienza. Tuttavia, la certezza di sé della coscienza riguarda solo il sum·, il resto non è implicato, oltre questo coglimento originario di sé </p>
<hr width="80%">
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 186-187</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p>Si tratta ora di toccare con mano questa comprensione dell’essere, che ci deve guidare e che sola rende il fenomeno fenomeno, che sola fa sì che ciò che si mostra a me sia effettivamente tovaglia, tavola, stanza, eccetera. Sta qui il passaggio dal fenomeno patente al fenomeno latente.</p>
<hr width="80%">
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 186</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p>La critica consisterebbe allora nel domandare se disponiamo effettivamente di ta</p>
<hr width="80%">
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 187</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p>il problema della manifestazione è più profondo, più fondamentale, più originario del problema dell’essere. Semplicemente perché non posso arrivare al problema dell’essere se non attraverso il problema della manifestazione</p>
<hr width="80%">
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 188</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p>L’ente reale è un essere nel tempo. Per l’ente ideale (per esempio una struttura logica) il tempo è privo di</p>
<hr width="80%">
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 188</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p>senso. </p>
<hr width="80%">
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 188</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p>mente e profondamente, che il tempo è qualcosa che è da sempre ritenuto l’orizzonte all’interno del quale l’ente si determina, si rivela e si definisce, pur non essendo stato tematizzato, ma solo per una sorta di necessità istintiva. Ma l’orizzonte è altro dalla cosa stessa che si rivela all’orizzonte. L’essere non si può mostrare a noi senza il tempo, ma l’essere non è il tempo, e il tempo non è l’essere.</p>
<hr width="80%">
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 188</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p>Heidegger ha notato, molto giusta</p>
<hr width="80%">
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 188</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 188</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p>il cogito cartesiano garantisce solo l’essere puro, e non, come pensa Husserl, tutta la diversità del flusso della coscienza che si coglie in modo riflesso</p>
<hr width="80%">
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 188</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p>Che cos’è il Dasein? La parola stessa lo dice: Sein das da ist, l’essere che è qui, in forma concreta determinata. E' un essere situato. Che cos’è l’«essere situato»?</p>
<hr width="80%">
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 188-189</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p>comprende l’essere nel senso che è in grado di comprendere il fatto che le cose siano. Questo si manifesta nel fatto che le cose si mostrano a lui: le cose non si manifestano a nessun altro essere</p>
<hr width="80%">
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 189</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p>il Dasein è diverso dalle cose. In che modo? In modo tale che il fatto che lui stesso e le cose siano non gli è indifferente - questo lo riguarda. Né le cose né la sua propria esistenza sono per lui un semplice fatto. Questo non vuol dire che il Dasein prima sia e poi constati che ci sono cose. Questo equivarrebbe ad interpretare l’essere del Dasein secondo il modo d’essere delle cose che non possono essere toccate dal fatto che sono, che sono indifferenti</p>
<hr width="80%">
<p> </p>
<table border="0" width="100%" cellspacing="2" cellpadding="0" bgcolor="#d3d3d3">
<tbody><tr>
<td bgcolor="transparent">
<p style="margin-left: 0px; text-indent: 0px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px"><strong style="color: #000000; background-color: transparent">Page: 189</strong></p></td>
<td bgcolor="transparent"></td></tr></tbody></table>
<p>Il Dasein, al contrario, è caratterizzato, nel suo ente, dal fatto che si rapporta al suo essere e all’essere di tutte le altre cose, mediante il suo essere comprensivo. Questo significa che noi realizziamo il nostro essere, che portiamo il nostro essere, che esso per noi non è dato passivamente, come lo è l’essere delle cose. Noi rapportiamo le cose all’essere. Le cose stesse sono indifferenti. L’uomo, il Dasein, mai.</p></div>
Mortacci is offline   Reply With Quote